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Se si considerano le esigenze future delle nostre città, pochi progetti affrontano il crescente aumento della popolazione nel mondo puntando ad architetture verticali che possano creare un’azienda agricola al proprio interno. Come stiamo ricordando da tempo entro il 2050 quasi l’80% della popolazione mondiale risiederà nei centri urbani e molta terra sarà necessaria per sfamarla.
La Dystopian Farm di Eric Vergne oltre a creare alloggi mira a fornire a New York una fonte di cibo sostenibile, mentre la creazione di uno spazio sociale dinamico integra i produttori (gli agricoltori) con i consumatori. Sulla base della che ogni materiale vegetale può svolgere senza problemi una funziona strutturale e meccanica, il grattacielo biomorfo è modellato man mano dopo l’impianto di diverse colture e piante che offrono e creano a loro volta uno spazio per le aziende agricole, zone residenziali e dei mercati. “L’applicazione del design generale no è lineare e non segue norme programmatiche per le sue funzioni, il progetto naturalmente include la sua auto-organizzazione e può essere utilizzato per organizzare gli elementi stessi della programmazione. Ogni elemento programmatico così è dato un insieme di regole strutturali semplici, il risultato è un complesso sistema fluttuante. Queste strutture organiche possono sfruttare i sistemi di agricoltura aeroponica per assorbire i nutrienti e utilizzare un sistema controllato di illuminazione e di livelli di CO2 per soddisfare le esigenze alimentari della popolazione futuro” spiega Eric Vergne.
In aggiunta a tutto questo non dobbiamo dimenticare che strutture come la Dystopian Farm consuma velenosa CO2 quindi il progetto di Vergne previsti in determinate aree della città modificherebbero dinamicamente l’atmosfera della vita cittadina: “Attraverso la produzione alimentare e il suo consumo, questo grattacielo o meglio Dystopian Farm crea una fluttuazione di diversa densità alle persone riunendo diversi gruppi sociali e culturali, oltre alla creazione di nuovi e imprevedibili esperienze urbane che formano e dissipano il flusso della vita all’interno della città. Dei nuovi spazi vissuti e non rappresentati. Le superfici interne non prescrivono la funzione, ma si limitano ad un loro accenno potenziale. Spetta agli utenti di tutti i giorni definire il risultato di uno spazio che abitano e dell’ambiente dato che erediteranno”, continua Vergne. “Per questo progetto non ho pensato ad un’utopica città giardino. L’agricoltura verticale è veramente in grado di fornire in modo adeguato cibo per i propri abitanti, soprattutto considerando le moderne tecnologie di controllo della crescita in agricoltura aeroponica”.
Per la Dystopian Farm, incoraggiare le persone a vivere in un grattacielo coperto con felci può essere solo uno dei tanti inconvenienti che i progettisti devono affrontare nella realizzazione di questa struttura biomorfa per renderla abitabile. Questo anno l’Evolo Skyscraper Competition ha raccolto un incredibile numero di progetti: 416, fra lavori di designer, architetti, ingegneri di 64 paesi diversi. Il web site attualmente elenca solo i finalisti e 15 menzioni speciali.
[ Links utili e approfondimenti ]
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