Conosci la CO2 Equivalente? Parte 2° – Ecco Perché l’Anidride Carbonica non e’ l’Unico Problema alla Lotta al Cambiamento Climatico e Stoccarla non e’ una Soluzione Reale

Scritto da Ing. Mirko Paglia in Ambiente, Geoingegneria, Storie

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Pubblicato il giorno 24 dicembre 2009 - 2 commenti



   


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[ Leggi la 1° Parte dell'Intervista ]

Naturalmente quando parliamo di emissioni di gas serra entrano in gioco le grandi politiche internazionali. Ed è fin troppo noto quanto sia pesante la decisione presa da una nazione come gli USA o la Cina e quanto essa possa influire nella politica e nell’ambiente.

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Daniel Casarin: Da macro a microcosmo, quanto a tuo parere è vissuto realmente il problema “emissioni di gas serra” per i progettisti tuoi colleghi?

Mirko Paglia:  C’è da tempo una campagna di sensibilizzazione in tal senso. Purtroppo molti colleghi non “ascoltano” e quindi non conoscono le reali conseguenze delle loro scelte, ed è questo il punto debole del sistema. Quanti sanno la differenza tra CO2 e CO2 equivalente? Quanti sanno che gli effetti antropici sul surriscaldamento della terra sono reali e concreti? Quanti comprendono che gli “sbalzi termici” in natura sono sempre esistiti ma nell’arco di migliaia di anni (a meno di eventi catastrofici)? La mia risposta è: pochissimi. Non è un problema se un grande architetto non fa scelte sostenibili o le fa commettendo grossi errori. il disastro si innesca quando gli altri “imitatori” seguono la via segnata dal proprio “maestro”.

Daniel Casarin: Cosa pensi possa e debba cambiare nel metodo di lavoro per realmente “tagliare” le emissioni di CO2 e considerare il peso assunto dalla CO2 equivalente?

Mirko Paglia:  Principalmente bisogna usare il canale divulgativo: il messaggio deve arrivare a tutti, normali cittadini compresi. In seconda fase rendere obbligatoria la certificazione tipo ISO 14040:2006 dei prodotti: se un manufatto è a basso impatto ambientale deve essere scelto per primo (a parità di prestazioni e/o costo-prezzo).  Nel campo dell’architettura sostenibile, per l’edilizia attuale, è possibile progettare realizzando senza grossi dispendi economici, edifici di tipo ZEB (Zero Energy Building). Rispetto al costo di costruzione,  l’impresa paga +20% circa per la sua realizzazione rispetto ad un “tradizionale” ed un +10% in progettazione. È possibile costruire con principi di ZERO CARBON HOUSE detti anche CARBON NEUTRAL, ovvero senza produzione di CO2. Più rilevante invece è il peso dell’inquinamento delle autovetture, vera piaga dei giorni nostri, specie per gli elevati valori di NOx emessi. Il cambiamento è già iniziato e la CE divulga. Certamente stoccare la CO2 non mi sembra la soluzione migliore. Risolvere tali problematiche in maniera naturale, armoniosa con l’ambiente, è la soluzione vincente! Costruire cicli sostenibili sarà la nuova sfida, già aperta, per il nuovo futuro sostenibile. Gli “equivalenti” dovranno perciò essere sostituiti e/o sapientemente ricondotti in sistemi biologici ciclici.

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Daniel Casarin: Dalla bioedilizia ai nuovi materiali da costruzione, alle considerazioni fatte in campo di LCA (ciclo di vita di un materiale o prodotto), tutto è legato. Industria, scelte che compiamo da consumatori ogni giorno, alla politica e all’economia che le governa. Abbiamo spesso parlato nel nostro web-magazine di un nuovo e possibile sviluppo sostenibile, anche nel campo della progettazione. Considerare le enormi emissioni di gas serra che vengono rilasciate e realmente darci un taglio è un compito piuttosto impegnativo oggi ed in particolar modo in Italia. Da progettista, intravedi un possibile spiraglio di scelta e quanto conta la politica e l’istruzione in questo tuo singolo atto quotidiano?

Mirko Paglia: Prima di tutto ci tengo a dire che l’uomo non produce tanta CO2 rispetto all’intero sistema. Il problema è che quel poco biossido di carbonio immesso, va ad intaccare un equilibrio di qualche centinaia di migliaia di anni. Poi per quanto riguarda le normative ci sono ma i progettisti non sono ancora del tutto preparati a questo salto generazionale (come spiegato prima). Ricordo ancora quando 5 anni fa chiesi ad un geologo di fare indagini geotecniche su un terreno. Chiesi di verificare anche la fattibilità di un geotermico che avrei abbinato ad un fotovoltaico ed a una pompa di calore in modo tale da non consumare elettricità (naturalmente su base annua). La risposta del tecnico è stata una sonora risata ed un sarcastico “Ma allora lei ha risolto tutti i problemi del mondo! Io non ho tempo di darle una mano, arrivederci”. Ma tali “concept” sostenibili c’è chi li ha già fatti: un mio collega e amico, l’Ing. Marco Codazzi ha realizzato casa sua in maniera tale da produrre energeticamente tutto quello che occorre per il suo fabbisogno termico; esiste il progetto Leaf House del professor F. Butera (che ho avuto l’onore di avere come docente nelle lezioni di sintesi finale in preparazione alla tesi); a Londra  un quartiere, il BedZED progettato da ARUP, è autonomo energeticamente ed a zero emissioni di CO2; in Danimarca, è stata costruita la prima “casa attiva”  degli architetti Ellen Katrine Hansen e Kurt Emil Eriksen progettata per produrre molta più energia di quella consumata; a Hockerton in Inghilterra, agli inizi anni ’90, due architetti Brenda e Robert Vale hanno progettato e realizzato  un complesso residenziale completamente autonomo a costi da social house (Articolo su Progetto Energia n. 54 del 2009).

Vedo positività in generale, sono ottimista e la crisi economica sta dando una mano considerevole, dando risalto all’efficienza energetica ponendola come new-economy. L’istruzione che da consapevolezza è l’arma migliore. Se sai di essere malato, conoscendo l’anamnesi, puoi curarti. Carpire  da madre natura i segreti per gestire e riutilizzare l’anidride carbonica, evitando inutili dispersioni di energie per il confinamento geologico, lo vedo altrettanto importante! Non dobbiamo guardare ad un singolo pezzo del puzzle, ma al puzzle completo!

Daniel Casarin: E’ necessario infatti parlare di biomimesi in modo verticale, passando per il design sistemico e considerare l’LCA come strumento di analisi puntuale e dettagliata per misurare necessariamente anche la CO2 equivalente.

Mirko Paglia:  Esatto, i dati di CO2 e di CO2 equivalenti, nelle conferenze di relazione al pubblico, vengono mostrate come la stessa cosa. Data la diffusa ignoranza dell’argomento credo si vada a sponsorizzare una serie di interventi della CO2 inutili e controproducenti. Non solo, ma viene dato un peso errato, nascondendo fattori più significativi come l’acidificazione e l’eutrofizzazione. Come in tutte le cose il problema va visto nel suo insieme non in una singola fase. La politica ha fatto certamente i primi passi, specie con il Dlgs 115/08 (nessuno sa della sua esistenza), che non si fermi, il suo contributo è essenziale!

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Daniel Casarin: E a questo punto possiamo concludere con il caso Göteborg, un esempio già esistente, che forse merita di essere raccontato…

Mirko PagliaGöteborg è una città di circa mezzo milione di abitanti che ha imboccato la strada della sostenibilità cominciando a trasformare il suo metabolismo da lineare in circolare e sfruttando le risorse locali. Il sistema di trattamento delle acque reflue prevede la separazione del rifiuto semisolido che viene avviato a un impianto di biogas, alimentato anche dai rifiuti organici dei ristoranti e delle mense. Il gas derivante dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti organici viene in parte usato per produrre energia elettrica e calore in un impianto di cogenerazione e in parte compresso e usato per alimentare gli autobus del servizio pubblico urbano. Il calore di scarto dellimpianto di cogenerazione viene avviato alla rete di teleriscaldamento che alimenta quasi tutti gli edifici. Il residuo semiliquido della fermentazione viene essiccato e usato come fertilizzante organico.

L’acqua depurata dell’impianto di trattamento è tiepida, essendo in parte composta dall’acqua calda impiegata nelle case. Questo fenomeno è sfruttato avviando l’acqua depurata a un enorme impianto a pompa di calore che alimenta la rete di teleriscaldamento. Il sistema ha una efficienza elevatissima, e l’energia elettrica occorrente per le pompe di calore viene in parte dall’impianto di cogenerazione alimentato a biogas, in parte da alcuni aerogeneratori sistemati ai confini della città, e in parte dall’inceneritore dei rifiuti.

Una attenta raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani produce materiali combustibili che vengono avviati a un impianto di incenerimento a cogenerazione: i rifiuti quindi generano energia elettrica e calore; quest’ultimo viene avviato alla rete di teleriscaldamento. Il sistema è completato con l’utilizzo del calore di scarto di due raffinerie che si trovano non lontano dal centro abitato. È il calore che tutte le altre raffinerie del mondo riversano nell’ambiente, senza usarlo. La previsione è che nel 2050 Göteborg sia una città quasi interamente alimentata con fonti rinnovabili.” commento di Federico Butera (tratto da EdizioniAmbiente)

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[ Link e Approfondimenti ]

  • L’Europa da una inquadratura generale delle sue direttive:
  • In Italia:
  • Per vedere l’effetto dei GHG scaricate il filmato da qui:
  • A livello mondiale, il riferimento è certamente
  • Per vedere l’effetto dei GHG scaricate il filmato da qui:

[ Approfondimenti e documenti in PDF]



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Informazioni sull'autore: Ing. Mirko Paglia

Ama definirsi #ECOIngegnere. Laureato presso il Politecnico di Milano in ingegneria Edile – Architettura, Mirko Paglia ha fatto le sue prime esperienze nell'edilizia nella piccola impresa del padre come apprendista muratore. Con tale pratica è riuscito a concretizzare, con ottimi risultati, la mentalità ingegneristica acquisita durante gli anni di studio. Sensibile ambientalista e profondo conoscitore della solidarietà cristiana, si è formato negli ambienti dedicati all''efficienza e risparmio energetico. Il suo impegno è improntato a formare imprese e comunità verso un vivere compatibile con l'ambiente. Vede la sostenibilità come l'“atto d'altruismo verso le generazioni future”.

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2 commenti

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  1. Parlando di CCS si afferma che ogni attività di costruzione dell’impianto utilizzi energia, il che è ovvio. Ma non si quantifica l’impatto di queste opere in termini di emissioni di co2eq. Le tecnologie di sequestro della co2 sono in grado di limitare del 95%-99% le emissioni di CO2 ad esempio del carbone, con limitata produzione di altri inquinanti (NOx e non in tutti i casi). Sono particolarmente adatti alla produzione di H2 da carbone e dovrebbero rappresentare una soluzione temporanea, per permettere al sistema economico di rendere più graduale lo switch dai combustibili fossili al rinnovabile. L’argomento è molto complesso e forse valeva la pena affrontarlo in maniera più estesa anzichè affrontare qualsiasi argomento da CCS a Goteborg.. grazie, buon natale.

  2. @Michele
    La sua affermazione “Ma non si quantifica l’impatto di queste opere in termini di emissioni di co2eq” trova risposta in una mia affermazione: “Fin d’ora non ho visto una seria ricerca che dimostri la convenienza di tali metodologie, sia sul lato economico che sul bilancio dell’anidride carbonica stoccata e prodotta per lo stesso processo.” (è un’affermazione della prima parte dell’intervista)
    L’altra affermazione “Le tecnologie di sequestro della co2 sono in grado di limitare del 95%-99% le emissioni di CO2 ad esempio del carbone, con limitata produzione di altri inquinanti (NOx e non in tutti i casi)” trova risposta e conferma (non nelle percentuali da lei esposte) nella prima parte dove accenno brevemente che la cattura della CO2 determina una diminuzione di “resa” produttiva e la produzione di altri presunti (non ho la certezza, ma no utilizzato il condizionale) inquinanti. Riguardante la produzione di H2 posso ritrovarmi d’accordo sarebbe interessante affrontare tale argomento. Per l’ultima affermazione, mi trova in completo disaccordo poichè il titolo dell’intervista è sulla CO2 eq. e non sullo stoccaggio specifico della sola CO2. Date le mie specifiche competenze in campo dell’efficienza energetica è anche giusto tirare l’acqua al mio mulino :D.
    Spero possa leggere questa mia risposta. Cordiali saluti.

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