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Da sempre mi sono interessato ai metodi di produzione di cibo non convenzionali, da buon appassionato di fantascienza il termine “coltura idroponica“ mi è sempre stato familiare, l’idea di una piccola serra a casa in cui coltivare le mie verdure tutto l’anno, senza utilizzare la madre terra come strato su cui far crescere le mie piantine, mi ha sempre intrigato e così ho fatto pure qualche piccolo esperimento e modestamente devo dire con discreti risultati. Trovando interessante l’argomento delle coltivazioni idroponiche o indoor, ho sempre frequentato siti e blog inerenti all’argomento, con il passare del tempo mi sono reso conto che questo metodo di coltivazione è tutt’altro che un giocattolo fantascientifico ma anzi un valido strumento di sviluppo economico e tecnologico.
Nelle mie varie peregrinazioni in rete, per dissetare la mia sete di sapere, mi sono sempre imbattuto anche in un altro termine che si accompagna all’idroponica, l’acquaponica. L’acquaponica è una metodo di coltivazione ancor più raffinato e complesso rispetto alla coltivazione idroponica, nella quale ci si occupa principalmente di far prosperare i vegetali in un ambiente controllato. Nella coltivazione acquaponica invece entra in gioco un altro elemento, la vita animale. In un tradizionale impianto idroponico abbiamo un serbatoio in cui è contenuta la sostanza nutritiva per la crescita delle coltivazioni, delle vasche dove vengono alloggiate le piantine ed un circuito di irrigazione chiuso che consente all’acqua arricchita con le sostanza nutritive necessarie di compiere un ciclo avanti e indietro tra il serbatoio e le vasche di coltivazione.
In un impianto acquaponico il serbatoio con la sostanza nutritiva è sostituito da un acquario con pesci d’acqua dolce (commestibili) come carpe, trote, pesci gatto o tilapie. Gli ospiti dell’acquario, con le loro deiezioni producono il fertilizzante che viene poi utilizzato per far crescere le piante. Il principio di base è estremamente semplice e avrei voluto già da tempo realizzare un piccolo impianto sperimentale domestico ma ho sempre trovato poca documentazione in merito all’argomento e quella poca che trovavo, con mio sommo sgomento, imponeva costi di realizzo abbastanza proibitivi per un privato. Un giorno però, come San Paolo sulla via di Damasco, lasciatemi passare il paragone evangelico, sono rimasto folgorato da questo sito FastOnLine.org , la risposta a tutte le domande che avevo e a cui non trovavo risposte o le risposte che avevo trovato aumentavano solo la mia frustrazione.
In questo sito si parla della realizzazione di un allegro signore americano, Travis W. Hughey, il quale ha realizzato con materiali di recupero un impianto di coltura acquaponica perfettamente efficiente e funzionante con materiali di recupero, redigendo un manuale ben corredato di fotografie su come è realizzato e composto il suo piccolo impianto, costituito da una vasca di quasi 100 litri, due aiuole ed una piccola cisterna di decantazione, il tutto ricavato da alcuni fusti di plastica, alcuni tubi ed una piccola pompa per l’acqua.
A prima vista potrebbe sembrare che questo impianto acquaponico, se pur interessante e completo, rappresenti solo un esercizio hobbistico molto ben realizzato e ben documentato, ma per fortuna non è così infatti, leggendo più attentamente le informazioni nel sito si troverà un’interessante reportage fotografico, risalente al luglio del 2006, in cui viene documentata la realizzazione di un impianto, costruito sempre da Hughey, in Kenya in cui sono presenti ben 36 aiuole di coltivazione ed una vasca di qualche migliaio di litri che ospita un centinaio di pesci, tutto l’impianto è stato realizzato sempre con materiali di recupero, vecchi bidoni, assi di legno e mattoni.
Un cosa da notare è che in tutti questi impianti di coltivazione acquaponica non è presente alcuna parte o componente elettronica, un sistema meccanico permette alla vasca di decantazione di scaricare ad intervalli regolari l’acqua necessaria ad irrigare le aiuole di coltivazione. Inoltre ogni impianto acquaponico è un vero e proprio ecosistema autosufficiente, infatti, come si può direttamente vedere nelle foto dell’impianto realizzato in Kenya, sulla superficie della vasca viene fatta prosperare una pianta acquatica, il giacinto d’acqua, che ha il duplice compito di filtrare ulteriormente l’acqua e di fornire nutrimento ai pesci i quali, con le loro deiezioni, forniscono nutrimento alle piante che prosperano nelle aiuole di coltivazione. Le realizzazioni di Hughey insegnano che è davvero possibile costruire impianti di coltivazione acquaponica a basso costo e facilmente realizzabili anche ad uso domestico.
[ Links utili e approfondimenti ]
9 luglio 2011 alle 10:16
a Gaetano Benanti
grazie per le informazioni; ho un piccolo giardino in Milano e sarei interessato a provare la coltivazione acquaponica.
Potrebbe fornirmi una consulenza?
Grazie
13 luglio 2011 alle 21:23
Molto interessante il tuo articolo. In merito ti consiglio di visitare il sito Aquaguide, che da circa 20 anni promuove la realizzazione di impianti per allevamento dei pesci ed è gestito dal proprietario del primo impanto di acquaponica in Italia. Presso questa struttura è anche possibile partecipare a corsi di formazione per realizzare il proprio impianto domestico oppure commerciale ….
Buona navigazione/rivoluzione verde-azzurra !
4 febbraio 2012 alle 12:39
Scusate la domanda…ma tutto questo non si configura come sfruttamento degli animali? I pesci visti come produttori di fertilizzante…Comprendo l’enorme valore umanitario che potrebbe avere un simile approccio ma come accade per tutte le cose, se questa tecnica diventasse di larga scala i pesci che ruolo coprirebbero? A cosa sarebbero destinati? Alimentati a gogo per deiezioni più abbondanti?
A volte queste cose mi affascinano tanto quanto mi inquietano…
17 agosto 2012 alle 16:10
@Fabio , meglio allora questo? :
https://plus.google.com/u/0/104273891646465055126/posts/3WCP5YneNzi
29 gennaio 2013 alle 07:49
Salve
Io sono una voce fuori da coro : ho realizzato un sistema acquaponico indoor ma non per creare cibo , solo estetico .
Se volete vederlo andate qui
https://www.facebook.com/pages/Acquario-acquaponico/135479059950856?ref=hl
12 aprile 2017 alle 17:52
volevo sapere se questo tipo di pesce si adatta a questi progetti di acquaponica
Black Mollys Dalmatiner Mollys Gold Molly