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Entro il 2011 Sapphire ha affermato che è in grado di avviare la propria produzione di 5 milioni di litri di biodiesel dalle alghe e carburante per jet all’anno, il doppio della stima iniziale, con un costo fra i 60 e gli 80 dollari a barile. Lo step successivo arriva al 2018 dove Sapphire punterà a raggiungere la quantità di 500 milioni di litri l’anno ed entro il 2025, la società sostiene che riuscirà scalare la produzione fino a raggiungere i 5 miliardo di litri di biodiesel dalle alghe all’anno. Ciò significa che solo la Sapphire riuscirebbe a soddisfare circa il 3% dei 170 miliardi di litri di combustibile rinnovabile previsti da utilizzare solo negli USA. Sapphire come abbiamo visto in precedenza, utilizza una piattaforma per la crescita delle alghe composta da luce solare emissioni di CO2, microrganismi fotosintetici (alghe) ed acqua non potabile per produrre biodiesel in modo piuttosto scalabile.
OriginOil ha annunciato che il suo unico processo di estrazione di olio dalle alghe è pronto per il grande start. L’azienda prevede di commercializzare rapidamente il processo, ora in attesa di brevetto, per l’utilizzo da parte di altre industrie in rapida crescita che trattano alghe. In questo processo, la tecnologia della Quantum Fracturing, combina elettromagnetismo e modifica del grado di pH per abbattere le pareti cellulari delle alghe, liberando in tal modo la maggior quantità di olio. In questo modo l’olio della alghe sale dalle vasche di scrematura e raffinazione, mentre la restante biomassa si deposita sul fondo per un ulteriore trattamento di combustibile e di altri preziosi prodotti. Un processo chiamato dalla OriginOil: Cell Lysing and Flocculation of Algae From Water. “Con questo nuovo processo, che abbiamo notevolmente migliorato negli ultimi mesi, abbiamo ora ottenuto un singolo dispositivo in grado di ottimizzare la scalabilità per il prossimo step che riguarda la commercializzazione”, spiega il Dr. Vikram Pattarkine CTO della OriginOil.
Alghe è uno dei settori più caldi del settore delle energie rinnovabili. Le nuove tecnologie stanno emergendo rapidamente, gli investitori riversano centinaia di milioni di dollari in aziende di tutto il mondo e le spese per litro di biodiesel dalle alghe sta costantemente scendendo. Le alghe sicuramente rappresentano una versatile fonte di energia, ma è veramente rinnovabile e sostenibile?
Le compagnie aeree, nel frattempo, sono sempre più diffidenti verso la loro dipendenza dal petrolio per il proprio carburante. Come abbiamo visto tali preoccupazioni, hanno spinto nuovi test per l’utilizzo di biodiesel proveniente da colture bioenergetiche come da alghe. In questo modo il ricorso all’ambiente ha fatto il doppio gioco offrendo la possibilità di utilizzare un biocarburante che provenga da colture che assorbono CO2, poi rilasciata quando l’olio viene bruciato. Il 30 gennaio la Japan Airlines con un Boeing 747 ha volato per 90 minuti con un biocarburante da camelina una pianta che può essere coltivata senza danneggiare il settore agroalimentare. Altri voli di prova hanno inoltre utilizzato mix di biocarburanti. Il 7 gennaio Continental Airlines ha effettuato il suo primo test negli USA con un volo commerciale di un Boeing 737 che utilizzava una miscela composta da 50-50 di biodiesel proveniente da Jatropha e dalle alghe. E la sintesi sembra aver vinto una storica preoccupazioni verso il biodiesel: la loro densità di energia spesso troppo bassa e che tende a diminuire alle basse temperature quando gli aerei si trovano ad alta quota.
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