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“Esistono solo piccole differenze nel contenuto di nutrienti fra prodotti alimentari convenzionali e biologici, ma è improbabile che tali differenze siano di qualsiasi rilevanza per la sanità pubblica”, afferma Alan Dangour, uno degli autori del rapporto “La nostra revisione indica che non esiste attualmente alcuna prova a sostegno della superiorità nutrizionale a favore della scelta di prodotti biologici rispetto a quelli convenzionali.”
Una ricerca che aveva in particolare l’obiettivo di analizzare il contenuto nutrizionale di prodotti alimentari biologici e convenzionali. I risultati della ricerca, commissionata dal governo britannico e della Food Standards Agency (FSA), sono stati pubblicati nel Journal of Clinical Nutrition. Contemporaneamente alla pubblicazione del report, le vendite dei prodotti alimentari biologici hanno subito un calo in alcuni mercati, tra cui la Gran Bretagna, per l’1,7%, (uno dei paesi europei che nel 2007 registrava per i prototti biologici un mercato valutato intorno ai 2,5 bilioni di Euro). Un tuffo nella domanda a causa anche della recessione che ha portato i consumatori a ridurre l’acquisto di alimenti biologici.
Gill Belle, direttore della sezione a favore dei consumatori dell’FSA ha dichiarato: “Garantire alle persone informazioni precise è assolutamente indispensabile al fine di permettere a tutti noi di compiere scelte consapevoli su quello che mangiano. Questo studio non significa che le persone non dovrebbero mangiare alimenti biologici. Ma quello che dimostra è che esiste una scarsa differenza fra i valori nutrizionali tra prodotti convenzionali e prodotti biologici e che ad ora non vi è alcuna prova di ulteriori benefici per la salute nel mangiare cibo biologico.”
Dopo l’ondata di proteste, l’agenzia continua a sostenere che non è contro gli alimenti biologici, “riconosciamo che ci sono molte ragioni per cui le persone scelgono di mangiare biologico, come il benessere degli animali o le preoccupazioni ambientali. Ma l’Agenzia continuerà a fornire ai consumatori informazioni accurate sui loro alimenti offrendo loro le migliori prove scientifiche disponibili.” Lo studio comunque ha concluso che non vi è alcuna necessità per le persone ad acquistare prodotti biologici per i benefici alla salute che possono apportare.
La notizia del recente studio ha scatenato attivisti, blogger e docenti universitari, a partire da Molly Conisbee del Telegraph che sottotitola l’articolo: “La dolce, croccante e nutriente … ricoperta delle sostanze chimiche” e portando a conoscenza tutte le verità abitualmente dimenticate. Afferma la Conisbee: “Sapevate che la media delle mele prodotte industrialmente (convenzionalmente) possono essere state irrorati fino a 16 volte con 30 diverse sostanze chimiche? Oppure che l’esposizione a numerosi pesticidi è stata associata a difetti di nascita, infertilità maschile e disturbi del sistema nervoso?” Giustamente l’accusa al report è quello di omettere totalmente gli effetti a lungo termine sulla salute umana dell’utilizzo in agricoltura di sostanze chimiche.“I vantaggi sono evidenti: le aziende biologiche sono in grado di raccogliere in media il 30% in più di specie animali e vegetali e in particolare più del 50% del numero totale di fauna selvatica, come uccelli, api e farfalle”.
È inevitabile. Il nostro futuro sarà dominato dal cambiamento climatico e l’agricoltura biologica, agricoltura biodinamica, agricoltura naturale e comunque sostenibile è la strada da seguire. Per la nostra salute e la salute del pianeta, l’agricoltura e gli alimenti biologici svolgono e svolgeranno ogni giorno di più un ruolo sempre più importante. Sicuramente cosa oggi più importante, credo che questa sia per noi comunque l’ennesima occasione di ridefinire e comunque rilanciare, la discussione che riguarda l’agricoltura biologica, biodinamica e naturale.
[ Links utili e approfondimenti ]
1 settembre 2009 alle 08:45
The article published by the London School of Hygiene if read out of context makes us forget the real purpose of organic products. Maybe the Research Question is too narrow and leave important factors outside of the picture in relation to organic production.
I totally agree with the finding that this sector (Organic) is a profitable market and those in it are taking huge advantage over final consumers, especially because most organic products are not as toxin-free as people think to justify the premium they pay. The study shows that commercially grown vegetables are equally nutritious if compared to Organic products. The problem about conventionally produced food are the added toxins necessary to increase production, the impact on the groundwater tables and contamination of the land by potassium, nitrogen and other substances used as fertilizers.
It depends on the overall diet of an individual to be able to access the general health and benefits of the consumption of organic products. For instance, it is no good to have a diet based only on carbohydrates (potatoes and sweet corn) even if they are organic.
I put another question forward: When a consumer at the supermarket has to decide in between organic potatoes from New Zealand (and by the way wrapped in plastic bags for the journey) or conventionally grown potatoes from Sicilia, which choice really does less harm to the health or the environment?