L’Agricoltura Urbana Idroponica Sostenibile. Dal Science Barge una dimostrazione concreta: dai tetti verdi ai giardini verticali, all’agricoltura sostenibile redditizia e possibile

Scritto da Redazione - GenitronSviluppo.com in Ambiente

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Pubblicato il giorno 20 maggio 2008 - 5 commenti



   


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[ Agricoltura Idroponica Urbana. Gotham Greens: la Prima Start Up che Utilizza l'Agricoltura Idroponica per Coltivare Frutta e Verdura sui Tetti di New York ]

Il Science Barge, una fattoria urbana sostenibile alimentata ad energia solare, eolica, biocarburanti, acqua piovana e acqua del fiume purificata. Ma il Science Barge non finisce qui.

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Produrre alimenti in città in modo sostenibile, senza emissioni di CO2 e nessun flusso di rifiuti. Le verdure coltivate al Science Barge richiedono 7 volte meno terra e 4 volte in meno di acqua rispetto alle coltivazioni agrarie. Più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. La fornitura di prodotti alimentari a queste città si basa su trasporti che inquinano l’aria e l’acqua. Troppo spesso l’agricoltura convenzionale rilascia fertilizzanti nelle falde acquifere inquinando i torrenti e i fiumi. Le piantagioni tradizionali tendono così a contribuire all’inquinamento atmosferico e al riscaldamento globale. Science Barge quindi risulta un ottimo modo per alleggerire il degrado del pianeta, producendo prodotti alimentari, energia e acqua. L’agricoltura urbana può risultare un buon buon metodo per proteggere l’ambiente e l’uomo.

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“Il Science Barge utilizza un sistema di coltivazione in serra a ricircolo denominato idroponico, facendo crescere così pomodori, lattuga, cetrioli e peperoni. L’agricoltura idroponica non fa uso del suolo e utilizza solamente acqua piovana ed acqua dei fiumi. L’energia proviene solamente da fonti rinnovabili come il solare, l’eolico e da biocarburanti, pertanto non contribuiamo a nessun riscaldamento globale”. L’obiettivo del Science Barge è quello di aiutare la gente a vivere in modo sostenibile grazie all’agricoltura urbana , producendo ciò di cui si ha bisogno senza danneggiare il mondo intorno a noi. Il progetto di agricoltura urbana idroponica promosso dal Science Barge sta facendo parlare di sè a New York, dove su una chiatta da turismo si rende maggiormente visibile e accessibile al pubblico. Il Science Barge è un progetto senza scopo di lucro e vive grazie alla filantropia degli scienziati che vi partecipano. Ma il team spera così di far luce sull’agricoltura urbana idroponica, praticabile in tutto il mondo, da Shangahi all’Avana e Dakar. Così obbiettivo del Science Barge è quello di provare la redditività possibile dell’agricoltura idroponica non utilizzata in città. Così gli scienziati sperano di operare a progettare questi sistemi nei tetti, partendo proprio dalla pubblicità esercitata nelle scuole che necessitano di verdure fresche a pranzo.

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L’agricoltura idroponica è un metodo di coltivazione delle piante in acqua, considerata tecnicamente sofisticata la si pratica nella maggior parte delle regioni del mondo. Le applicazioni di un’agricoltura urbana idroponica sembrano risalire almeno ai giardini pensili di Babilonia, dimostrando di produrre frutta e ortaggi utilizzando fino a 20 volte in meno di terra e 10 volte in meno di acqua rispetto alla convenzionale agricoltura, eliminando pesticidi chimici, fertilizzanti ed emissioni di CO2 dalle macchine agricole e trasporti a lunga distanza. La coltivazione idroponica idroponica è una tecnica di agricoltura avanzata ed intensiva, dove le piante sono cresciute in un ambiente controllato (in serra) con acqua contenente minerali essenziali. L’agricoltura urbana idroponica è sostenibile in quanto grazie alla migliore tecnologia disponibile è in grado di coltivare prodotti nelle città offrendo un elevato rendimento da un piccolo ingombro, utilizzando fonti energetiche rinnovabili.

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Grazie all’agricoltura urbana idroponica si possono realizzare sistemi di produzione alimentare sostenibile combinandola sul tetto e sulle pareti verticali, riducendo l’impatto ambientale dell’agricoltura e contribuendo alla sicurezza alimentare. Obiettivo dell’agricoltura urbana idroponica è:

  1. L’idroponica salva la terra: rendendo circa 20 volte più di una coltivazione in terra.
  2. L’idroponica salva l’acqua: grazie ad un ricircolo per l’irrigazione si andrà a consumare fino a 10 volte in meno di acqua.
  3. L’idroponica riduce l’inquinamento: le serre urbane eliminano l’uso di trattori e macchine agricole così le emissioni di co2 e l’uso di combustibili fossili.
  4. L’idroponica recupera le acque piovane: la serra può essere progettata in modo da trattenere ed utilizzare l’acqua piovana.
  5. Conseguentemente un’agricoltura urbana idroponica riduce gli effetti delle piogge torrenziali.
  6. L’idroponica migliora la sicurezza alimentare: la gestione integrata dei parassiti non richiede pesticidi chimici, migliorando l’accesso alle verdure fresche per le comunità urbane.
  7. L’idroponica riduce i rifiuti: il calore prodotto dagli edifici può benissimo essere utilizzato per riscaldare la serra.
  8. L’idroponica rinfresca gli edifici: nel caso di un agricoltura urbana sul tetto o sulle facciate verticali, la copertura vegetale mitiga l’effetto del calore come un’isolante.
  9. L’idroponica lotta contro il riscaldamento globale: consumando fino a 0,5 Kg di emissioni di co2 per ogni Kg di ortaggi prodotto in una serra sul tetto.

Grazie al Science Barge capiamo che molte invenzioni efficaci potrebbero creare un vero punto di rottura per un’epoca. Spesso queste tecnologie già esistenti non sono altro che un riadattamento di una precedente per risolvere un problema diverso, così è nato il Science Barge e l’utilizzo dell’agricoltura urbana idroponica.

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5 commenti

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  1. Buongiorno mi chiamo Davide Zambelli e Vorrei realizzare un impianto per la coltivazione di ortaggi in idroponica e’ possibile avere un idea
    dei costi per realizzare questo progetto ?
    tenete anche dei corsi ?
    Distinti saluti
    Davide Zambelli

  2. Salve Davide,
    grazie innanzitutto per la partecipazione e l’interessamento.

    Noi non svolgiamo o vendiamo nessun tipo di tecnologia o impianto e quindi ti consiglio di rivolgerti direttamente a strutture quali http://www.idroponica.it/ oppure http://www.indoorline.com/ le quali forniscono anche tutto il know how necessario all’avviamento oltre al fatto di poterti fare una stima dei costi per il tuo progetto.

    Spero di esserti stato utile, tienici aggiornato e buona giornata!

    Daniel – http://www.GenitronSviluppo.com

  3. Salve ho letto L’articolo ma non tutti i link.
    Non sono d’accordo su un paio di punti non è esatto che gli impianti idroponici utilizzano solo acqua proveniente dai fiumi o dalla pioggia.
    Sicuramente ci metterei in qusta lista anche l’acqua di rete, quella che normalmente esce da rubinett di casa e per iniziare è il metodo meno costoso, sicuro, più economico ed il più utilizzato.

    La terra nei sistemi idroponici prorio non si usa, per vari motivi di concetto.
    La rizosfera cresce diversamente che si usi la terra o un substrato neutro,inerme come nel caso dell’idro. I babilonesi con i loro girdini a terrazza riusciano a sfruttare il concetto ma era unasoluzione mista decisa dalla natura, i risultati non sono proprio gli stessi una specie di via di mezzo, ma non ottimale se si pensa di fare idroponica.
    Non entro nel dettaglio ma la metabolizzazione degli elementi assimilati dalla pianta in terra è divera da quelli che assimila dall’acqua, il primo riscontro è ad esempio la velocità, per quello ad esempio non si utilizza terra e si passa all’idro…..

    Il rapporto riferendomi al dato di 20 volte di più che in terra, può essere reale ma per stare ben saldi a “terra” parlerei di un rapporto di 1:4 1:6,
    Certo che se facciamo ad esempio le fragole avremmo un rapporto di 1:30 ottima resa! ma non la considerei come una media.

    Queste sono le mie opinioni, vi rigrazio per il lavoro che fate di informazione e cultura sono ottime iniziative che risvegliano le menti assopite da chi ci vuol accontentare e servire.

    Ario Ambu

  4. Salve, sono d’accordo sul fatto che molte persone che crescono in idroponica usano maggiormente l’acqua proveniente dal rubinetto di casa. E’ pur vero che i più esperti tendono poi a purificarla con un filtro ad osmosi inversa, rendendola dolce e quasi priva di sali ed impurità.

    Spero che la gente capisca l’importanza di crescere in idroponica o serre sopratutto ai tempi d’oggi, dove i spazi sono ridotti ed il tempo terrestre èp cambiato notevolmente.

  5. Salve,non riesco a reperire le canalette rettangolari per idroponica in NFT.
    CHI MI AIUTA?

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