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- Nel frumento e nell’orzo, le concentrazioni di proteine è diminuito del 30% lungo 50 anni tra il 1938 e il 1990.
- Allo stesso modo, uno studio di 45 varietà di mais analizzato fra il 1920 e il 2001, ha constatato che la concentrazione di proteine, di olio e di tre aminoacidi sono diminuiti su tutte le nuove varietà.
- Sei minerali sono diminuiti dal 22 al 39% in 14 varietà di grano ampiamente coltivato nel corso degli ultimi 100 anni.
- Da uno studio ufficiale dell’US Department of Agriculture (USDA) si è ricavato che il tenore del calcio nei broccoli in media i 12,9 milligrammi per grammo di peso a secco nel 1950, oggi ne rimangono solo 4,4 mg/g a peso secco, nel 2003.
Tutte queste prove sono state assemblate e rigorosamente esaminate dal Dr. Donald R. Davis, un ricercatore in pensione del Texas. Ma che cosa sta causando questi declino di nutrienti? I dati disponibili indicano che esistono almeno due forze al lavoro. La prima è da ricercare fra quello che gli agronomi chiamano “effetto diluizione”. Davis osserva che i ricercatori hanno conosciuto dal 1940 un aumento della produzione dei prodotti fertilizzanti, l’irrigazione e gli altri mezzi utilizzati in ambiente industriale agricolo tendono a diminuire le concentrazioni di minerali nei campi coltivati. Queste tecniche danno si ai coltivatori rendimenti più elevati e ai consumatori cibo meno costoso. Ma queste tecniche abbassano sensibilmente la qualità dei prodotti alimentari.
Uno studio sulla presenza di fosforo utilizzato come fertilizzante nei lamponi ha trovato che l’applicazione di elevati livelli di fosforo ha causato un rendimento doppio e concentrazioni di fosforo nelle piante in aumento, ma nel frattempo altri otto livelli di minerali è diminuito tra il 20 e il 55%.
“Un’altra causa di questo processo di declino alimentare è da ricercare”, continua Davis, “nella cosiddetta diluizione genetica. Questo è ciò che gli studi sul grano, mais e broccoli conferma.” Su frutta, verdura e cereali, di solito si ha dall80 al 90% del peso secco di carboidrati, zuccheri e amidi. Davis spiega infatti che quando gli agricoltori (e i produttori di sementi), in particolare per scegliere le varietà ad alto rendimento, la loro scelta ricade per la maggior parte delle volte su quelle varietà che contengono una più alta quantità di carboidrati. “Questi studi suggeriscono che la ricerca genetica ha provocato si spesso un aumento di resa in media di 1,8 volte su 24 ortaggi e 1,3 volte su sei tipologia di frutta nel corso degli ultimi 30 anni. Ma contemporaneamente una pesante diminuzione di sali minerali e altri importanti nutrienti a noi necessari”.
Ma che cosa possiamo fare? Frutta e verdura sono le nostre più ricche fonti di vitamine e sali minerali. Ma con buona probabilità quelli che facciamo crescere nei nostri giardini e orti (o quelli che acquistiamo nei piccoli fruttivendoli di campagna o direttamente da piccoli agricoltori) avranno più nutrienti di quelli provenienti da un’industria agricola intensiva. E sicuramente il prezzo che li pagheremo ci renderemo conto che è direttamente proporzionale a questo punto ai nutrienti, vitamine e sali minerali contenuti in essi. Indubbio è il fatto poi che utilizzando metodi di agricoltura biodinamica o agricoltura biologica dove è inesistente o scarsamente utilizzata una moderata quantità di fertilizzanti a rilascio lento.
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